Pandemia COVID-19 e approvvigionamento mondiale di organi (COVID)

Si stima che l'insufficienza d'organo allo stadio terminale colpisca più di 4-6 milioni di persone in tutto il mondo. Nel 2018, i sistemi di trapianto in tutto il mondo hanno consentito a circa 150.000 pazienti di beneficiare di un rene, cuore, polmone, fegato o altro organo solido, un numero di gran lunga inferiore alla domanda. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, più di 1.500.000 persone vivono con un organo trapiantato in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, circa 40.000 pazienti ricevono un trapianto di organi ogni anno, ma 120.000 rimangono ancora in lista d'attesa per il trapianto oggi, con 7.600 che muoiono ogni anno in attesa di un trapianto di organi. Una simile mancanza di organi e alti tassi di mortalità in lista d'attesa colpiscono i pazienti in Europa e in molti altri paesi.

Mentre le nazioni si adattano alle nuove realtà guidate dall'epidemia di coronavirus (COVID-19), molti operatori sanitari, istituzioni e pazienti sono preoccupati per il potenziale impatto che COVID-19 avrà sulla donazione e sul trapianto di organi. Una preoccupazione è che i trapiantati possano avere una maggiore suscettibilità alle infezioni e una maggiore carica virale. Una seconda preoccupazione è che gli ospedali mancheranno delle risorse in termini di personale e attrezzature per prendersi cura dei riceventi dopo il trapianto, che spesso richiedono cure intensive e gestione multispecialistica.

A causa del travolgente onere del sistema sanitario, si prevede un drammatico effetto negativo sulla donazione e sul trapianto di organi a livello mondiale, ma non è stato misurato. Il nostro obiettivo era quantificare l'impatto mondiale della pandemia di COVID-19 sulla donazione e il trapianto di organi e le conseguenze per i pazienti in lista d'attesa.