Emozioni nella schizofrenia e nei disturbi bipolari: una vulnerabilità comune? (ELISE)

Lo scopo di questa proposta è quello di indagare i disturbi della comprensione del "linguaggio emotivo" nella schizofrenia e nel disturbo bipolare. Per "linguaggio emotivo", gli investigatori intendono le emozioni che possono essere tratte dagli enunciati, grazie alla valenza affettiva di parole o frasi, all'espressione di stati emotivi o alla prosodia. Schizofrenia e disturbo bipolare condividono diversi sintomi, in particolare quelli legati alla sfera emotiva, tanto che spesso ci si chiede se questi disturbi possano essere formalizzati su un continuum. Confrontare il funzionamento cognitivo-emotivo di queste due tipologie di pazienti dovrebbe permettere di identificare marcatori cognitivi della dimensione del sintomo psicotico comune a entrambe le malattie.

Sulla base dell'abbondante letteratura sul funzionamento cognitivo-emotivo nella schizofrenia e sulla più scarsa letteratura sul funzionamento bipolare, i ricercatori hanno ipotizzato che le difficoltà nell'elaborare le emozioni, nell'attribuire intenzionalità e nell'integrare le informazioni per il significato siano indicatori della dimensione del sintomo psicotico comune in entrambe le patologie. Per testare questa ipotesi, i ricercatori hanno scelto di indagare la comprensione del linguaggio perché può implicare un'elaborazione semantico-emotiva e perché richiede processi di integrazione. I processi di integrazione obbligatori operano sull'informazione semantica, dalla quale si possono sommare, in situazioni ecologiche, informazioni prosodiche e intenzionali. La metodologia proposta coinvolge diversi livelli di linguaggio, che richiedono processi di integrazione più o meno complessi - linguaggio letterale e linguaggio figurato - e differenti caratteristiche emotive - valenza affettiva di parole ed espressioni e prosodia emotiva -.

I ricercatori hanno in programma di condurre studi comportamentali ed elettrofisiologici (potenziali correlati agli eventi). Per il secondo, gli investigatori si concentreranno su componenti elettrofisiologici ben noti per essere impliciti nel linguaggio e nell'elaborazione emotiva: l'N400, l'LPC (Late Positive Component) e l'LPP (Late Positive Potential). La combinazione di indicatori comportamentali ed elettrofisiologici consentirà l'identificazione dei meccanismi neurocognitivi condivisi dai pazienti sia schizofrenici che bipolari, in particolare quelli che hanno vissuto un episodio psicotico, rispetto a quelli dei partecipanti sani. Questi studi saranno condotti su 60 pazienti schizofrenici stabili, 60 pazienti bipolari eutimici con o senza sintomi psicotici e 120 partecipanti sani, abbinati per età e livello di istruzione a ciascun gruppo patologico. Verranno utilizzati diversi strumenti per indagare, sia nei gruppi patologici che nei loro controlli, diverse dimensioni emotive (anedonia, alessitimia, affettività positiva o negativa, depressione, ansia). Indagare il funzionamento cognitivo-emotivo dei pazienti da un approccio dimensionale (dimensione del sintomo psicotico) piuttosto che da un approccio categorico potrebbe stimolare un nuovo modo di pensare la diagnosi o identificare i fattori di vulnerabilità e protezione per queste malattie.